Come vi avevo anticipato, finalmente quest’anno sono riuscita a partecipare ad una giornata di Identità Golose. E per questo voglio prima di tutto ringraziare Elisa di Magenta Bureau, è stata davvero gentile con me e mi ha dato la possibilità di trovarmi a pochi metri con dei veri mostri sacri della cucina.
Appena arrivata mi è stato consegnato il braccialetto stampa che mi ha permesso curiosare liberamente tra sale e stand a mio piacimento. Non sapete che emozione ^_^
Purtroppo le foto non sono proprio venute bellissime, ma ero troppo impegnata ad ascoltare le relazioni. Comunque se siete curiosi le potete trovare tutte qui.
Per prima cosa mi sono concessa un giretto perlustrativo tra gli stand, e mi sono imbattuta in una degustazione guidata allo stand Petra, “a colazione con Rolando Moradin”. Potevo non fermarmi ad assistere? ovvio che no. Se poi ci mettere che era presente anche Sara Papa, capite che proprio non potevo non fermarmi!
E poi via in sala ad assistere alle relazioni degli chef. La cosa che mi ha veramente colpito in generale è stato percepire la passione che mettono nel loro lavoro. Per non parlare ovviamente della profondissima conoscenza delle materie prime e dei metodi di cottura.
La prima presentazione a cui ho assistito è stata quella dei fratelli Costardi, che hanno presentato un delizioso panino alla lingua e un risolatte e zucca declinato in due versioni, una salata e una dolce. Non vi dico che fame faceva venire quel panino!
Poi via a sentire la coppia Alessandro Negrini e Fabio Pisani, ad Identità Naturali, che hanno concretizzato la loro “filosofia bio” in un primo, tortelli ripieni di ceci tostati accompagnati da carote di Polignano caramellate all’aceto di lampone e in una versione alternativa di pizzocchero, il loro Pizzocchero ultraleggero pugliese (;-)), con una cialda di grano saraceno scortata da foglie di cima di rapa essiccata in formo, caciotta, salvia fritta e farina di ceci.
Altro spostamento tra le sale per lui…Cracco!! Quasi non ci credo ancora di essere stata a pochi metri da Cracco e di averlo potuto vedere all’opera. La descrizione dei due piatti proposti, delle ragioni che lo hanno portato a scegliere una spezia invece di un altra, un metodo di cottura invece di un altro, etc. mi hanno lasciata senza parole. Ogni minimo dettaglio è stato pensato, meditato e curato.
Cracco ha proposto rognone scaldato su
carta da forno nel sale
aromatizzato alle spezie,
con guarnizione composta di spaghetti di scorzonera saltati
con bacche di goji, più un giro di sugo di vitello con estrazione
astringente di china rossa (e qui non vi dico le dissertazioni sul perchè della china rossa!!). Per dessert Bavarese al cioccolato biondo
con prezzemolo (avreste mai pensato al prezzemolo con un dolce?!??), carbone e mandorle.
carta da forno nel sale
aromatizzato alle spezie,
con guarnizione composta di spaghetti di scorzonera saltati
con bacche di goji, più un giro di sugo di vitello con estrazione
astringente di china rossa (e qui non vi dico le dissertazioni sul perchè della china rossa!!). Per dessert Bavarese al cioccolato biondo
con prezzemolo (avreste mai pensato al prezzemolo con un dolce?!??), carbone e mandorle.
Poi via verso l’oriente con Yoshi Takazawa e la sua filosofia:
“Il concept del mio ristorante è la cerimonia del tè, quindi al massimo
10 ospiti. Per me è importante restare vicino all’azienda agricola,
divertire senza pregiudizi per il gusto”.
“Il concept del mio ristorante è la cerimonia del tè, quindi al massimo
10 ospiti. Per me è importante restare vicino all’azienda agricola,
divertire senza pregiudizi per il gusto”.
Sapete cosa sono quegli spaghetti?!?? ecco non sono spaghetti…e neanche noodles. No, niente carboidrati in questa ricetta. Quelli sono spaghetti di capasanta (sono pesce!!!), rivisitazione giapponese di un classico italiano. Un piatto che testimonia una incredibile familiarità con le nostre tradizioni.
E dopo il giappone sono volata negli states, dove Jeremy Bearman, chef un po’ nutrizionista e Kristy Del Coro, nutrizionista un po’ chef, che lavorano in coppia da Rouge Tomate a New York, propongono la loro filosofia…una cucina sana, saporita e ricca di verdure. Il loro cervo arrosto con crauti
di cavolo nero, purè di mele Ruttabaga (una rapa che si trova negli usa) e gnocchi con sorpresa aveva un aspetto davvero delizioso.
di cavolo nero, purè di mele Ruttabaga (una rapa che si trova negli usa) e gnocchi con sorpresa aveva un aspetto davvero delizioso.
Infine
Heinz Beck, premiato cuoco dell’anno, che presenta il suo Ricordo di
frisella, reinterpretando la tradizione estraendo l’aroma di pomodoro e
olive, che insaporiscono la maltodestrina cui si affianca una tartare di
gamberi rossi.
Purtroppo il tempo è volato ed è arrivata l’ora di mettersi in viaggio per Bologna.
Che dire…è stata davvero una giornata piena di emozioni e di stimoli. Ci si sente davvero dei dei piccoli bricioli di polvere di fronte a questi mostri sacri. Mi è venuta una gran voglia di studiare!!
Dolci a gogo says
Mi sarebbe proprio piaciuto partecipare e poi che mostri sacri tutti riuniti!!Bellissimo reportage tesoro!!Baci,Imma
P.s. Ti aspetto e ril mio nuovo contest mi raccomando:D!!!
Lo Ziopiero says
Che belle le tue descrizioni, Elenuccia.
Sembrava di esserci! :)))
BaSci :*
Serena says
I nomi di certi piatti sono così complicati che mi viene l'emicrania, però che bella esperienza…
Dani says
Bello, bellissimo non sai che invidia!!!! Spero di riuscire ad andarci anche io prima o poi 😀
Lilli nel paese delle stoviglie says
Ma che bel reportage per chi come avrebbe voluto esserci, prima o poi ci riuscirò!grazie
La cucina di Esme says
ti posso invidiare un pò?
deve essere stata un'esperienza bellissima!
baci
Alice
fimère .b says
un joli reportage bravo
bonne soirée
Acquolina says
sempre emozionante vedere chef così bravi, bellissimo resoconto, grazie! 🙂
Tonia says
complimenti…è stata sicuramente una maratona di emozioni…!!
sabri says
Ma che peccato, c'ero anch'io quel giorno, ad averlo saputo avremmo potuto prendere un caffè assieme !! L'anno prossimo dobbiamo " parlarne" prima 🙂 Un abbraccio